martedì 27 ottobre 2015

03.01 - Mostro furioso




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Qui resta l’elmo e là resta lo scudo,
lontano gli arnesi (corredo dell’armatura), e più lontano ancora la corazza: tutte le sue armi, concludendo,
avevano ognuna diversa collocazione per il bosco.
E poi si squarciò i vestiti, e rimasero nudi
il peloso addome e la schiena;
e iniziò la grande pazzia, così orrenda,
che nessuno sentirà mai parlare di una (follia) più orrenda di questa.
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Gli scaturì così tanta rabbia e così tanto furore
che tutte le sue facoltà sensitive furono alterate.
Non gli passo per la testa di prendere la spada,
che tante incredibili avventure aveva passato, credo.
Ma tanto né quella, né una scure, né una bipenne (scure a due lame)
erano necessarie alla sua immensa forza.
Qui fece davvero alcune tra le sue imprese più straordinarie,
sradicò un grande pino con un solo scrollone:
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e ne abbatté, dopo il primo, molti altri ancora
come se fossero state piante dal fusto tenero;
e fece la stessa cosa con querce, vecchi olmi,
faggi e abeti.
Come un uccellatore che per ripulire
il campo, dove mettere le reti,
estirpa le erbaccie, i ramoscelli e le ortiche,
Orlando faceva con le querce e con le altre piante secolari del bosco.

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